Stamattina, su diversi quotidiani nazionali, sono stati pubblicati diversi stralci dell’autobiografia di Walter Mazzarri “Il meglio deve ancora venire”, scritta in collaborazione con Alessandro Alciato, giornalista della redazione sportiva di Sky. Il tecnico dell’Inter ha ovviamente raccontato diversi particolari sui quattro anni vissuti a Napoli, tornando anche su episodi che sembravano essere dimenticati ma che, evidentemente, al tecnico toscano importano eccome. Il riferimento è la finale di Supercoppa Italiana, a Pechino, tra Napoli e Juventus, nell’agosto del 2012. Finì 4-2 per i bianconeri, ai supplementari, in undici contro nove. Il Napoli e Mazzarri non si presentarono alla premiazione, innescando un vespaio di polemiche tra il tecnico e lo staff di Conte, allora squalificato. Già, Conte: Mazzarri ne ha anche per lui, pur cercando – in questo caso – di stemperare il clima teso che si è instaurato col collega. Ecco alcuni stralci pubblicati oggi:
“La partita è finita undici contro nove e ovviamente i nove eravamo noi, dopo le ingiuste espulsioni di Pandev e Zuniga… Eravamo talmente furibondi che non ci siamo presentati alla premiazione… Un giocatore della Juventus protestava con un guardalinee? Non accadeva nulla. Ha protestato Pandev? Cartellino rosso. Ancora oggi penso che il Napoli non abbia perso quella Supercoppa, mi sarebbe piaciuto rigiocare la finale ad armi pari. Si poteva soccombere, non in quel modo. La disparità di valutazione è stata clamorosa, da lì è nata la scelta, ponderata, di disertare la premiazione. Si era appena toccato il fondo e volevamo che il mondo se ne accorgesse. In quei momenti ho anche pensato di non allenare più”. Inizialmente per Conte c’era stata una simpatia spontanea: “Nelle prime interviste dicevo che mi piaceva molto, in lui vedevo lo stesso atteggiamento che avevo alla Reggina. Quando l’hanno chiamato a Torino sono stato felice, aveva sfatato uno stupido tabù intellettuale. Se uno è bravo lo è dappertutto, anzi, quella carica emotiva può fare la differenza ad alti livelli. Sinceramente ho pensato: ‘Questo mi sta simpatico’. Poi a un certo punto ho detto che, proprio affrontando noi, aveva cambiato il sistema di gioco in cui credeva, certo di fargli un complimento. Intendevo dire che sa adattarsi a tutte le situazioni, un elogio che invece i suoi secondi – molto nervosi a Pechino, mentre Conte scontava la squalifica – hanno preso male. Io la parola copiato, che li ha irritati così tanto, non l’ho mai pronunciata. (…) Sempre in Cina, a finale archiviata, lo staff tecnico della Juventus voleva far passare il proprio come un successo meritato, ma vorrei ribadire ancora una volta che si vince meritatamente solo undici contro undici. Anche da Conte sono arrivate dichiarazioni ingiuste e inopportune, ma mi è sempre rimasto il dubbio che fossero farina di un sacco altrui, magari di quello del suo ufficio stampa alla ricerca dell’ennesima polemica. Conte è migliore di certe sue parole del passato”.