
Andrea Pirlo intervenuto in occasione della presentazione della sua biografia ”Penso quindi gioco” ha sorpreso un pò tutti con dichiarazioni fortissime sulla storica disfatta del Milan allo Stadio Riazor di La Caruna, dove la squadra allenata da Carlo Ancelotti perse 4-0 contro il Deportivo, bruciando incredibilmente il 4-1 dell’andata ed una qualificazione che era ormai data per scontata. Dichiarazioni che sorprendono ancor di più conoscendo il personaggio dal carattere mite e riservato.
Ecco le accuse di Pirlo:
“Le probabilità che non riuscissimo a passare il turno erano pari a quelle di vedere, prima o poi, Gattuso laureato in lettere. Ci siamo fatti male da soli, e questa è la premessa necessaria, però ripensandoci a qualche anno di distanza c’è qualcosa che non mi torna. I nostri avversari andavano a mille all’ora, compresi giocatori un po’ in là con l’età, che non avevano mai fatto della velocità abbinata alla resistenza fisica il loro punto di forza. La scena che più mi ha colpito è stata vederli correre, tutti, nessuno escluso, anche nell’intervallo. Quando l’arbitro Maier ha fischiato la fine del primo tempo, sono schizzati nello spogliatoio, l’andatura era quella di Usain Bolt. Non riuscivano a fermarsi nemmeno in quel quarto d’ora di riposo tecnico, inventato apposta per tirare il fiato, quantomeno per camminare. Fulmini imprendibili, schegge impazzite”.
Pirlo ha anche aggiunto:
”Non sono in possesso di prove, per cui la mia non è un’accusa, mai mi permetterei di formularla. Semplicemente è un pensiero cattivo che mi sono concesso, però per la prima e unica volta nella vita mi è venuto il dubbio che qualcuno sul mio stesso campo potesse essersi dopato“.
Nella biografia simpatica anche la battuta sull’Inter allenata da Roy Hodgson che lo chiamava “Pirla” e dagli altri quattro allenatori che si alternarono in panchina in quella stagione:
“arrivavo a non ricordarmi chi mi allenava quel giorno”