Per Paratici va bene così: Pirlo non è in discussione, abbiamo una programmazione

Paratici ci mette la faccia e davanti alle telecamere spiega che questa partita non cambia nulla perchè la Juve ha una sua programmazione e l’allenatore Pirlo non è in discussione.

In realtà quest’anno non sembra ci sia stata una gran programmazione. oggi giocava Bernardeschi terzino, la Juve aveva solo due punte e nemmeno un regista.

SCONFITTA – «Non è stata una partita imprevista, la mia presenza qui è per sottolineare il fatto che in questi anni abbiamo dato gioie ai tifosi ma oggi diamo un’amarezza. Abbiamo giocato una brutta gara. Il campionato va avanti, dobbiamo mettere giù la testa, capire gli errori e migliorare».

PRESSIONE – «Abbiamo giocatori di livello abituati alla pressione. E’ stata una brutta gara, per tanti motivi. Dobbiamo solo abbassare la testa e migliorare».

RIGORE SU CHIESA – «Non voglio commentarlo, non ci interessa commentare gli episodi. Le gare vanno analizzate escludendo gli episodi se no condizionano la valutazione. Non l’ho nemmeno rivisto, mi sembrava fallo ma non voglio dire nulla».

PRESUNZIONE – «Si può star qui tre giorni cercando di capire il motivo per il quale abbiamo giocato questa partita. Ci sarebbero tanti aspetti da analizzare ma questo lo faremo in queste due settimane. Ci sarà tempo per pensare a tutte le cose, resta il fatto che la prova non è stata alla nostra altezza».

RISULTATO CHE CONDIZIONA LE SCELTE FUTURE – «Abbiamo una programmazione, non è una partita che sposta le nostre idee. Andiamo avanti per la nostra strada, sia per i giocatori che per l’allenatore. La linea continua, siamo molti contenti di quello che stiamo facendo, che abbiamo fatto e continueremo su questa strada».

RONALDO REAL MADRID – «Parole Zidane? La linea della Juve è questa. Abbiamo Ronaldo, il migliore al mondo e ce lo teniamo stretto».

STAGIONE DI TRANSIZIONE – «Noi non eravamo insoddisfatti degli allenatori precedenti. Ci sono state motivazioni differenti per cui abbiamo cambiato, questo è quanto. Non è una vittoria o una sconfitta a determinare la linea di un club. Quando hai le idee chiare di dove vuoi arrivare devi seguire la linea. Si vedrà alla fine se sarà corretta. La parola transizione alla Juventus non esiste: gioca tutte le competizioni per vincere sempre, alcune stagioni vanno meglio, altre peggio, ma la transizione non esiste. È una parole che non mi piace».

CAMBIARE – «Siamo qui da 11 anni, gli ultimi 9 abbiamo vinto e abbiamo sempre cambiato. La gente non se n’è accorta, perché vincendo forse è passato in secondo piano. Per vincere abbiamo fatto scelte difficili che hanno portato a costruire i successi futuri. Quello che stiamo facendo anche ora: se rinnovi ma non vinci può succedere, ma anche gli altri anni abbiamo cambiato. Ho sentito tante volte dire ‘E’ finito un ciclo’: quando è andato via Conte, quando abbiamo perso a Berlino, quando l’anno successivo eravamo distanti dalla vetta, quando abbiamo perso a Cardiff. Ogni volta sento parlare di questo ciclo, abbiamo già cambiato e vinto. Alcune volte si possono fare le due cose allo stesso momento, altre no