
Mancano dieci giornate alla fine di uno dei campionati più falsati della storia del calcio italiano. C’era da aspettarselo, si è giocato in una situazione non semplice per il paese, ma nel corso di questi mesi abbiamo assistito ad una pessima gestione dell’emergenza coronavirus nel calcio con un protocollo che è stato sbeffeggiato un po’ da tutti i club, ad eccezione della Juventus.
La buona fede di Agnelli e dei suoi non pagherà: a sfruttare una situazione di incertezza e di decisioni in contraddizione l’una con l’altro, sarà probabilmente l’Inter, avviata a vincere quello che è stato già battezzato come lo “scudetto di tampone”.
Parole troppo dure? Dipende. La Juventus ha capito l’andazzo già ad inizio ottobre, con l’ormai celeberrimo match col Napoli, coi partenopei comicamente e casualmente bloccati dall’ASL per due positivi in squadra: il 3-0 a tavolino fu solo di facciata, i bianconeri dovranno recuperare la partita in un momento della stagione delicatissimo.
E’ poi arrivato il capolavoro dell’Inter: con quattro positivi e a 3 giorni dalla partita col Sassuolo, i nerazzurri hanno goduto di un trattamento privilegiato, vedendosi rinviare il match coi neroverdi. Non è ovviamente un caso che nelle ore successive non siano spuntati altri positivi e che grazie alla sosta per le nazionali Conte avrà a disposizione due titolarissimi, come Handanovic e De Vrij, che non avrebbero potuto giocare col Sassuolo.
La Juve oggi deve fare i conti con le positività di Bonucci e Demiral, ma nessuna ASL correrà in aiuto di Pirlo che vede la difesa ridotta ai minimi termini in vista dei match contro Torino e, incredibile ma vero, Napoli. La Juventus ha già affrontato una situazione simile, a gennaio, quando con dei positivi in squadra giocò e vinse in trasferta col Milan. A noi l’onore, agli altri lo scudetto di tampone.