Al peggio non c’è mai fine, è proprio il caso di dirlo. Questa mattina non è passato inosservato un post su Instagram di Niccolò Pirlo, figlio di Andrea, in cui il 17enne mostra a tutti i suoi followers quanto gli è stato scritto ieri pomeriggio, presumibilmente durante la partita che la Juventus stava disputando a Firenze.
“Devi morire insieme a tuo padre”, questo il messaggio ricevuto da Pirlo jr. che ha assicurato come questo genere di insulti/minacce si ripeta ormai da tempo. Non solo: Niccolò, classe 2003, ha mostrato grandissima maturità ed educazione nel testo pubblicato sul popolare social network:
“Non sono una persona che giudica e non mi piace farlo, ognuno può dire quello che vuole, sono il primo a farlo e non vorrei che mi venisse tolto il diritto alla parola. I miei genitori mi hanno insegnato ad avere idee e a rispettare quelle degli altri. Ma a tutto c’è un limite e questo limite è stato superato da tempo”.
Parole stra-condivisibili e che vengono rafforzate da altri passaggi importanti:
“A 17 anni devo ricevere questi messaggi non per qualcosa che faccio ma solo perché sono figlio di un allenatore che, come giusto che sia, può anche non piacere. Questa mia colpa mi porta a ricevere ogni giorno insulti e auguri di morte. Come vi sentireste nei miei panni?”.
La deriva social è ormai conclamata. In Premier League club e giocatori hanno deciso per una sorta di “blackout” di tre giorni come forma di protesta per i continui messaggi di violenza e razzismo che ormai caratterizzano in modo costante i social network. E’ ora di dire basta.