34 gol, 11esimo attacco della Serie A, 333 tiri in totale, settima, 26 tocchi di media a partita nell’area avversaria, peggio anche di Empoli e Verona: i numeri offensivi della Juventus nella prima parte di stagione sono mediocri, poco da aggiungere. Ed è per questo motivo che il club ha deciso di intervenire con forza sul mercato, prendendo il meglio possibile: Dusan Vlahovic, oltre ad essere capocannoniere del campionato, può garantire un salto di qualità immediato.
Sta ora a Massimiliano Allegri studiare il miglior modo per innescare la potenza sotto porta del giovane centravanti serbo. Contrariamente a quanto si ipotizzava qualche settimana fa, non è partito Morata e lo spagnolo potrebbe essere una pedina tattica preziosa. Ma andiamo con ordine.
Per cominciare, accantoniamo il 3-5-2 che non sembra essere un’opzione percorribile in questa stagione. Allegri potrà quindi scegliere tra i tre moduli già utilizzati durante la stagione. E’ possibile che si vada per “gradi” e che almeno nelle primissime uscite si punti ad un classico 4-4-2, con un tra tra Dybala e Morata, accanto a Vlahovic e Bernardeschi largo a sinistra nei quattro di centrocampo. In vista della partita col Verona, peraltro, potrebbe essere proprio lo spagnolo a partire titolare, visto che Dybala arriverà a ridosso del match dopo la trasferta sudamericana.
C’è poi l’ipotesi tridente, con Dybala che partirebbe da destra e Morata sul fronte opposto, un ruolo che ha già svolto – con buonissimi risultati – in passato. Per caratteristiche della rosa, però, sembra il 4-2-3-1 il modulo più “naturale”: a centrocampo Locatelli e Zakaria hanno tutto per completarsi a vicenda, mentre nei tre dietro Vlahovic sarebbe fondamentale l’equilibrio garantito a destra da Cuadrado, con Morata che in questo caso dovrebbe sacrificarsi ancora di più. Dybala, in questo caso, partirebbe “sottopunta” nel ruolo che più gli si addice: e chissà che con Vlahovic non possa nascere un’intesa eccezionale che spinga il club a rinnovare il contratto dell’argentino.