
“Finalmente Arthur” è questo che molti tifosi hanno pensato dopo la gara contro la Fiorentina. E in effetti il brasiliano è stato uno dei migliori bianconeri in campo in quanto era sempre al centro delle azioni e ha toccato decine di palloni.
Ma da un’analisi più attenta tornano sul centrocampista le ombre dei soliti limiti.
Cosa ha fatto di tutti i palloni toccati? Purtroppo non un granchè.
Arthur tende a realizzare passaggi in orizzontale ma non trova mai la verticalizzazione. I passaggi diventano abbastanza scontati e non c’è mai l’invenzione, la genialata alla Zidane o alla Pirlo.
Spesso tende a tornare indietro e Perin è stato infatti chiamato in causa troppe volte.
Se si aggiunge che il brasiliano non sa tirare punizioni e non è dotato di un tiro minimamente preoccupante, i grandi elogi contro la Fiorentina iniziano a traballare.
Non ama giocare di prima e tende a toccare tante volte la palla prima di passarla, spesso girando su sè stesso, ma questo provoca un rallentamento del gioco.
Anche in fase di filtro non è dotato di forza fisica e non aiuta granchè la squadra tanto che Locatelli deve fare gli straordinari come difensore aggiunto. Insomma in conclusione sembra che nonostante tocchi tanti palloni non riesce a sfruttarli. Per cui anche se gioca una buona gara non risolve i problemi di centrocampo di questa squadra.
Arthur non è in grado di fare inserimenti personali come facevano giocatori come Khedira o Matuidi. Ma con tutti questi limiti è possibile essere un centrocampista titolare della Juventus?
La Juve ha trovato il suo attaccante ma questa estate deve provvedere seriamente a trovare centrocampisti che diano valore aggiunto.