Se la partita di ieri fra Juve e Benfica fosse finita al minuto 70, oggi si parlerebbe solo di fallimento di Allegri e della sua Juve. Si parlerebbe di una lezione di gioco data dai frizzanti calciatori del Benfica. Per 69 minuti i portoghesi si son divertiti con passaggi di prima, colpi di tacco e velocità a prendersi gioco della squadra bianconera. Dall’altra parte nessuna parvenza di un’organizzazione di gioco, una retroguardia fragile con giocatori che ormai sembrano a dir poco bolliti.
Basti pensare alle amnesie di Bonucci o alla follia di Cuadrado, un pericolo pubblico come terzino.
Ma le gare durano 90 minuti più recupero. E così succede che quando al minuto 70 Allegri alza bandiera bianca cambia tutto.
Così il Mister fa uscire a quel punto Vlahovic e Kostic ed entrano i ragazzini dell’under 23. Soulè, Miretti e Iling e la musica cambia. Certo sul 4 a 1 ci sta il calo mentale del Benfica ma in pochi minuti nello stadio portoghese sale il panico. Ed è principalmente Iling a terrorizzare lo stadio del Benfica. Il ragazzino classe 2003 inizia a saltare l’uomo sulla fascia con una tranquillità disarmante.
Allegri si riprende e inizia a gridare a tutti di passargli la palla. E così servito l’assist a Milik e gol anche di Mckennie e si gioca il recupero sul 4 a 3.
Miretti con la solita tranquillità regala le verticalizzazioni che non si erano viste dai big e purtroppo Soulè non mette la ciliegina e sbaglia un gol fatto gettandolo fuori. A pochi centimetri dal palo si spegne anche il colpo di testa di Gatti e finisce così: Juve fuori, forse niente figuraccia e lezione per Allegri.
Il Mister forse ha capito che ci sono giocatori in età avanzata che non ne hanno più. Un ciclo è finito e ci sono ragazzini che meritano di giocare. Nel buio portoghese forse si è accesa una luce, si chiama Iling. Con lui a sinistra e Chiesa a destra forse i tifosi torneranno a vedere calcio in una partita della Juve.