La Juve esce agli ottavi di Champions, e lo fa in modo pessimo con un Porto ridotto in 10 ma capace di arroccarsi senza troppa difficoltà per tutto il secondo tempo più i supplementari. Ma non solo, a pochi minuti dai rigori è anche riuscito ad andare in gol su punizione. E dire che il Porto di certo non è una big della Champions ma una delle cenerentole.
Un’eliminazione, che a Sarri costò la panchina nonostante uno Scudetto vinto.
La domanda che tutti si son posti è se lo stesso destino toccherà a Pirlo.
Ma Pirlo nel post partita ha spiegato che la sua situazione è ben diversa.
Si è detto tranquillo. Ha parlato con Agnelli e il suo progetto è solo all’inizio per cui a prescindere dall’eliminazione si siederà sulla panchina Juve anche il prossimo anno.
La gran parte dei tifosi non sembra convinta di questa scelta sia per i risultati che per il gioco espresso in questi mesi.
Una Juve anche sfortunata per episodi e infortuni ma che oltre all’eliminazione dalla Champions ha 10 punti in meno dell’Inter già a marzo. Fino all’anno prima ne aveva 10 in più sulla seconda, ci son sul campo 20 punti di differenza.
Quest’anno la Juve soffre ogni partita, contro qualsiasi avversario. Il suo possesso palla è lento e sterile. Gli errori individuali suicidi non si contano più e bisogna capire se dipendono da una concentrazione bassa, da giocatori non all’altezza o dal tipo di gioco che li mette in difficoltà.
Ma basta analizzare il gol preso ieri da 40 metri: la barriera scomposta con i giocatori che si sono aperti come in una squadra di bassa categoria. L’allenatore deve anche saper tenere le redini e alta la concentrazione.
Non è il momento di autodistruggersi rischiando di non raggiungere nemmeno il quarto posto ma Pirlo e Agnelli dovranno fare un’analisi attenta e critica prima di essere sicuri di riproporre questo progetto anche per la prossima stagione.
Aver affidato la Juve, una squadra di vertice, a Pirlo che non aveva mai allenato era un rischio. Ora si deve capire se è un bene continuare su questa squadra.