I numeri condannano l’attacco Juve, nuovamente in crisi: allenatore o giocatori?

Con l’arrivo di Vlahovic la Juve sembrava davvero essersi messa alle spalle i problemi di gioco, di occasioni gol create e di reti segnate. Ma nel derby col Torino sembra che tutti i problemi della stagione si siano rimaterializzati. E di certo i numeri del campionato e delle ultime gare non fanno che condannare il gioco offensivo bianconero.

Nelle ultime 4 gare la Juve nonostante l’arrivo di Vlahovic ha segnato solo 4 reti. E solo tre delle ultime 10 reti sono arrivate da attaccanti. Col Torino è stato De Ligt a segnare e con l’Atalanta il pareggio in extremis è arrivato da Danilo. La Juve mira quantomeno al quarto posto ma il suo è il decimo attacco del campionato per gol fatti,

Per i tifosi c’è un problema di gioco e non si può dar loro torto: col Torino la Juve ha avuto solo il 46% di possesso palla che tradotto significa che sono stati i granata a tenere il pallino del gioco.

Naturalmente quando non si segna come principali colpevoli vengono indiziati gli attaccanti. E in effetti quelli della Juve non sembra abbiano grande propensione al gol. Morata nonostante partecipi bene alla costruzione del gol, non segna da 10 gare. Dybala va al tiro e al gol più frequentemente ma non è un cecchino.

Poi ci sono i due attaccanti Kean e Kaio Jorge che al momento si possono definire non classificati. Il brasiliano ha giocato veramente poco e su Kean meglio non infierire.

Ma la Juve adesso ha uno dei migliori bomber del campionato e qui si passa al capitolo allenatore.

Allegri viaggia a meno 8 punti da Pirlo e a meno 16 da Sarri. Non ha mai nascosto la sua propensione a dare priorità alla fase difensiva e a non prendere gol.

Naturalmente con una rosa come quella bianconera, con tanti limiti, significa avere una coperta corta che il Mister sposta verso la difesa.

Nelle ultime gare, in verità, si è visto un Allegri coraggioso che ha schierato il tridente mettendo in campo Vlahovic, Dybala e Morata.

Ma è anche vero che questo ha significato sacrificare molto i tre giocatori. Qualcuno ha parlato di Morata e Dybala a terzini che magari è un’esagerazione. Però troppe volte si è visto Vlahovic 40 metri lontano dal portiere e spalle alla porta a prendere batoste da dietro dal marcatore di turno.

Probabile che costringere gli attaccanti a fare i maratoneti significhi perdita di lucidità nei momenti importanti. Ma i centrocampisti non sembrano in grado di reggere gli avversari senza aiuto e purtroppo in fase offensiva non riescono a regalare qualche assist importante.

Pochi gol: responsabilità dell’allenatore o degli attaccanti? La risposta resta aperta.