Trezeguet juventino vero: che bordate agli interisti su Calciopoli

Trezeguet
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David Trezeguet torna a parlare attraverso la sua autobiografia, giunta non proprio in tenera età a differenza di quanto abbiamo avuto modo di ammirare negli ultimi due anni con il Capitano di una nota squadra di Serie A. Stamane la Gazzetta dello Sport ha pubblicato alcune anticipazioni, al punto che un paio di stralci meritano tutta l’attenzione da parte dei tifosi della Juventus, soprattutto in riferimento a coloro che non hanno mai digerito la storia di Calciopoli per il modo in cui è stata trattata la squadra bianconera.

In particolare, oltre a sottolineare quanto sia avvenuto in campo e nello spogliatoio in quei due anni, lo stesso Trezeguet non ha risparmiato una frecciata ai colleghi interisti di allora, dicendo chiaramente cosa pensa dei meriti di quei titoli finiti poi nel mirino della giustizia sportiva con un esito che ancora oggi fa discutere:

“Anche se decidono di toglierci i nostri ultimi due titoli in seguito allo scandalo Calciopoli, mi sento campione d’Italia 2005 e 2006, perché quello che è successo dietro le quinte non ha niente da vedere con quello che abbiamo compiuto in campo. Posso garantirvi che non ci è stato fatto nessun favore. Quei titoli sono meritati, nessuno ce li può togliere. Giuro di non aver mai visto niente di strano durante quelle due stagioni. Bastava guardare la formidabile squadra che avevamo! Non avevamo bisogno dell’aiuto degli arbitri per vincere. Quanto ai giocatori dell’Inter, non credo si sentano campioni d’Italia. Quell’affare è più burocratico che sportivo”.

Parole mai banali quelle di Trezeguet, soprattutto se pensiamo che l’attaccante è stato tra coloro che decisero di rimanere sulla barca, nonostante nel corso dell’estate 2006 giunse poi il verdetto sul caso Calciopoli con la relativa retrocessione della Juventus in Serie B. Non poteva poi mancare una menzione su un amico come Alessandro Del Piero, le cui doti di professionista e di uomo si possono apprezzare ulteriormente grazie a quanto affermato dallo stesso Trezeguet nella sua biografia:

“È un simbolo della Juve. È uno dei miglior giocatori con cui ho giocato. Non si accontentava delle proprie qualità, lavorava sui tiri dalla distanza e sui rigori, a ogni fine allenamento, cercando sempre di progredire”.