Agnelli rompe il silenzio e parla di Dybala, Allegri, Del Piero, Marotta e del suo futuro

Andrea Agnelli rompe il silenzio che ormai durava da diverse settimane e torna a parlare nel corso di un evento che si è tenuto allo stadio Meazza, a Milano. Il presidente della Juventus ha toccato diversi temi, anche di stretta attualità, compresi quelli più “scottanti”.

A partire da Paulo Dybala: “Paulo resta un grande giocatore ma ci sono decisioni che vanno prese a seconda dei momenti. A dicembre avrei detto che Vlahovic alla Juve sarebbe stato impossibile, poi abbiamo scelto di seguire una strada e proporre a Dybala un contratto al ribasso sarebbe stato offensivo. Abbiamo risorse limitate in questo momento, dobbiamo scegliere come usarle; e lui, a 29-30 anni, ha il diritto di trovare un’offerta consona al suo livello”.

Agnelli non si è nascosto neppure di fronte alle domande su Allegri: “Sapevamo che quest’anno sarebbe stato difficile, c’è un progetto a lungo termine. Ma è positivo che ci siano rimpianti per non aver vinto il campionato, anche se Juve-Inter paradossalmente ha determinato giudizi opposti sulla stagione delle due squadre. C’è comunque ancora la Coppa Italia da conquistare e ogni titolo conta, anche se non ha lo stesso appeal della Champions”.

Il presidente della Juventus tocca anche l’ambito societario e i rapporti con la Uefa dopo il caso Superlega: “Marotta? Manca perché gli voglio bene. Su di lui erano state fatte alcune riflessioni, all’inizio lo attiravano poi non più e a quel punto il club aveva già preso altre decisioni. E’ un grande dirigente e lo sta dimostrando all’Inter. Del Piero? Lui è sempre il benvenuto alla Juve ma per entrare in società dovrebbe cambiare stile di vita. Ora lui ha la sua vita altrove, sta facendo altro ed è concentrato su quello, mi sembra sia felice. Il mio futuro? Ci sono sempre tanti rumors, io sono sereno e soprattutto mi sto divertendo, è questa la cosa fondamentale. La Superlega? Attendiamo il giudizio della corte europea. Con Ceferin e la Uefa il dialogo è interrotto ma secondo il mio punto di vista restano affinità. Il tempo sarà galantuomo”.

C’è poi anche una battuta sul campionato: “Chi lo vince? Con un suicidio collettivo possiamo vincerlo noi con quattro vittorie…”.