Numeri impietosi per Pirlo, tre ipotesi per sostituirlo

Con il k.o. di Bergamo, probabilmente immeritato ma arrivato comunque dopo una prestazione senza lampi, le sconfitte in campionato della Juventus diventano cinque dopo 31 giornate. Bisogna tornare indietro alla stagione 2010-11, con Del Neri in campionato, per vedere così tante partite perse a questo punto del campionato. Non solo: la corsa Champions si è ulteriormente complicata (anche se visti gli sviluppi sulla Superlega ora non ha grande valore), col quinto posto distante due punti, o solo uno nel caso in cui la Lazio dovesse battere il Torino nel recupero.

Insomma, Pirlo non solo passerà alla storia come l’allenatore capace di rompere il dominio dei nove scudetti consecutivi, ma anche quello che ha guidato la Juventus in una stagione decisamente deludente. Tante premesse e promesse, alla fine molto fumo e poco arrosto. Tornano così d’attualità le voci relative ad un esonero a fine stagione. La sensazione è che ormai neppure un bel filotto finale servirà a salvare la panchina del “Maestro”.

Non è un caso che oggi la ‘Gazzetta dello Sport’ torna a parlare dei possibili candidati a prendere il posto di Pirlo. In pole-position resta lui, Max Allegri: il rapporto con Andrea Agnelli e la tifoseria che spinge per un suo arrivo sono delle ottime basi per il ritorno del tecnico sei volte campione d’Italia. Resterebbe però da chiarire la posizione di Paratici e Nedved, i due che – di fatto – spinsero per la rivoluzione “giochista” di due anni fa e che non ha portato risultati eclatanti, anzi.

Non sarà quindi semplicissimo rivedere Allegri sulla panchina della Juventus ed è per questo motivo che nelle ultime ore prendono piede altre due ipotesi. La prima riguarda Luciano Spalletti: fermo ormai da quasi due anni, a giugno vedrà scadere il suo contratto con l’Inter. Il toscano ha esperienza ad alto livello e carattere per gestire uno spogliatoio composto da personalità forti. La seconda porta invece a Roberto Mancini: il c.t. ha svolto un lavoro pregevole con la Nazionale, rilanciandosi alla grande dopo le ultime esperienze non indimenticabili a livello di club. Anche in questo caso si tratterebbe di un profilo di esperienza e forte personalità: elementi che, duole dirlo, sono mancati completamente ad Andrea Pirlo in questo suo primo anno da allenatore.