Pogba avrebbe ammesso con la Juve la sbadatezza; si va verso il patteggiamento?

Cominciano ad emergere i primi particolari sulla surreale vicenda che ha coinvolto Paul Pogba. Il centrocampista francese, reduce da un’annata caratterizzata da innumerevoli infortuni e da appena 150 minuti in campo, è risultato positivo al testosterone in un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus. Insomma, la seconda parentesi alla Juventus rischia davvero di chiudersi nel peggiore dei modi per uno dei più forti nel suo ruolo nello scorso decennio, arrivato a vincere un Mondiale da protagonista nel 2018 con la sua Francia.

Come da regolamento, si attendono le controanalisi ma inutile girarci attorno: nella stragrande maggioranza dei casi non viene cambiato il risultato dell’esame, Pogba è ad un bivio importante nella sua carriera.

La Juventus ha emesso uno scarno comunicato in cui si riserva il diritto di mettere in atto tutto l’iter procedurale anche nei confronti del giocatore e il primo passo l’avrebbe già compiuto: a Pogba è stato già sospeso lo stipendio, il francese ora riceverà il minimo sindacale, ovvero 47mila euro lordi l’anno, 2mila euro netti al mese. Vale la pena ricordare che il suo ingaggio annuale arriva, compresi i bonus, a 10 milioni di euro.

La decisione del club è arrivata, stando ai beninformati, dopo l’ammissione dello stesso Pogba che avrebbe confermato di aver assunto a Miami, sotto consiglio di un amico medico, un integratore vietato. Il giocatore punta sulla “sbadatezza” ma il prodotto in questione segnala in modo chiaro le sostanze proibite e sarà quindi complicatissimo difendersi per l’ex Manchester United. La pena massima in questi casi, quando si conferma il dolo, arriva a 4 anni di squalifica che vorrebbe dire l’addio definitivo ad una carriera ad alto livello. C’è anche lo spiraglio di un patteggiamento col Tribunale Antidoping, in questo caso Pogba andrebbe incontro a due anni di stop. La Juve, dal suo canto, avrebbe già deciso: sarà rescissione.